Spartacus Wiki
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Rufus
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Ultima apparizione La Vittoria
Relazioni Marco Licinio Crasso (Imperator)
Giulio Cesare (Tribuno Militare)
Tiberio (Tribuno Militare)
Stato Deceduto
Attore Roy Snow

Rufus è uno dei comandanti più fidati di Marco Licinio Crasso ed è apparso esclusivamente in Spartacus: La Guerra dei Dannati.

Apparenza Fisica[]

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Rufus in armatura

Rufus indossa sempre l'uniforme nelle sue apparizioni ma si distingue per la sua altezza ed il suo fisico muscoloso ed asciutto grazie al conseguente addestramento militare. Il suo viso è ovale e la fronte molto alta, ha il mento pronunciato e la mandibola squadrata, gli occhi azzurri ed infine i capelli corti e spinti sul davanti come ogni tipico romano.

Personalità[]

E' personalmente leale a Crasso e spesso pone la sua vita a rischio molte volte per proteggere il suo Imperatore. Nello stesso tempo come tutti i romani sottovaluta per superbia le capacità strategiche e militari di Spartacus che gli costeranno caro nello scontro finale tra i due.

Abilità nel Combattimento[]

Rufus è un soldato romano addestrato ed è abile nell'uso della spada e della lancia anche se non può nulla contro un guerriero della caratura di Spartacus che riesce a sconfiggerlo con un singolo attacco decisivo.

La Guerra dei Dannati[]

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Rufus riceve gli ordini da Crasso

Rufus compare per la prima volta mentre riceve degli ordini personali da Crasso ed è di nuovo al suo fianco mentre ha inizio la Decimazione per punire i suoi soldati dalla precedente disfatti dei soldati romani guidati da Tiberio contro i ribelli ed i pirati cilici sulla spiaggia di fronte a Sinuessa.

Durante il saccheggio penetra insieme a Crasso e Cesare dentro le mura e conquista la città costringendo i ribelli a fuggire dopodiché il giorno seguente ferma Eraclio ed i suoi compagni mentre trasportano via Laeta come bottino di guerra per poi lasciarli andare dopo aver visto il medaglione di Crasso come lasciapassare. Poco dopo assiste alla celebrazione in onore di Cesare ed

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insieme a lui percorre le vie della città quando incontra Gannicus camuffato da Eraclio che da vita ad una schermaglia per consentire a lui ma soprattutto a Laeta e Sibilla di scappare, nel frattempo Cesare viene ferito e Rufus cerca di fermare il ribelle che però lo blocca e lo spinge violentemente contro il muro di una casa infine riesce a guadagnare tempo gettando a terra con un calcio una torcia che grazie all'olio contenuto all'interno crea un piccolo muro di fuoco.

Quando i ribelli vengono respinti sul valico della Melia, Rufus riferisce a Crasso della posizione del Pretorium come lui stesso aveva ordinato. Poco tempo dopo mentre l'Imperatore si prepara ad entrare in guerra, Kore giunge nell'accampamento del suo padrone con l'intento di riferirgli le sue preoccupazioni riguardanti il figlio ma nel momento propizio, Rufus la interrompe richiamando l'attenzione di Crasso. Lo scontro tra le due fazioni intanto non porta al risultato sperato quindi all'accampamento Crasso parla con Rufus della trappola andata male poi ordina di svegliare Tiberio e Cesare perché ormai non è più tempo di agguati ed imboscate.

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Rufus mentre viene colpito dai ribelli al posto di Crasso sul dorsale della Melia

Giunta la notte Spartacus ed i compagni riescono con astuzia a valicare la dorsale della Melia quindi Rufus sveglia Crasso informandolo che i ribelli hanno sfondato la fortificazione, a questo punto i romani si mettono in marcia e trovano la trincea sotto il valico ricoperta dai corpi dei ribelli morti assiderati durante la tempesta. Crasso si abbassa per analizzare la situazione ed una lancia arriva nella sua direzione e colpisce Rufus che invece era dietro di lui, altri ribelli emergono dalla barricata e cominciano a scagliare lance e frecce contro i soldati romani che sono costretti a ritirarsi.

Ripresosi dalla ferita precedente, ritorna al fianco di Crasso quando circonda l'esercito ribelle comandato da Crisso. Le due forze militare entrano in collisione ed assiste alla esecuzione finale del guerriero Gallo da parte di Tiberio sotto gli occhi sconsolati di Naevia.

Conclusa la battaglia, Rufus annuncia all'accampamento l'arrivo di messaggeri personali di Pompeo che in realtà sono falsi emissari mandati da Spartacus con l'intento di catturare l'Imperatore stesso mentre sarà il figlio invece a cadere in trappola al posto suo. Successivamente Crasso e Cesare interrogano i prigionieri e Rufus ancora una volta informa i comandanti dell'arrivo di un altro gruppo di emissari da parte di Pompeo dove però Tiberio non è presente.

Crasso a questo punto capisce l'inganno e va su tutte le furie, Cesare consapevole di quanto accaduto suggerisce di mandare Rufus a negoziare il rilascio del ragazzo ma l'Imperatore lo interrompe dicendo che sarebbe meglio se fosse una persona che li conosce e che ha vissuto con loro riferendosi a lui. Cesare capisce della pericolosità della situazione e cerca di convincere Crasso a cambiare idea ma senza avere successo.

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Rufus rischia la vita per convocare Spartacus da Crasso sulla collina

Giunta la sera prima dello scontro finale, i due eserciti si posizionano sul campo di battaglia e Rufus si dirige da solo verso i ribelli, Spartacus allora chiede una lancia poi la scaglia contro il comandante romano conficcandosi proprio di fronte al suo cavallo facendolo alzare sulle zampe posteriori. A quel punto Rufus dichiara di non cercare lo scontro ma di avere un messaggio da parte di Crasso, Spartacus si fa passare di nuovo un'altra lancia e puntandola verso il soldato romano lo invita a parlare pregando che il messaggio sia importante sotto lo sguardo di Rufus visibilmente preoccupato. Qualche istante dopo è accanto a Crasso e Cesare sulla collina di fronte alle truppe prime che l'Imperatore gli ordini di allontanarsi insieme agli altri per restare da solo con Spartacus.

Il giorno seguente i due eserciti sono pronti alla battaglia e Rufus accanto a lui afferma che Spartacus è un folle ad affrontare le loro Legioni così sguarnito di mezzi ma Crasso risponde che il trace ha dimostrato di essere tante cose ma non un folle. Nel frattempo che la contesa entra nel vivo, l'Imperatore dà ordine di alzare al massimo il tiro delle balestre e delle catapulte nonostante questo possa causare anche significative perdite nei loro ranghi ma suscitando l'ammirazione personale di Rufus al confronto di Cesare.

All'improvviso da dietro lo schieramento romano entra in azione la cavalleria dei ribelli guidata da Gannicus e Rufus consiglia di retrocedere ma Crasso rifiuta l'idea dicendo che è quella che i ribelli si aspettano quindi ordina l'inizio dell'avanzata definitiva.

Intanto Crasso raggiunge a cavallo il centro del campo di battaglia e Spartacus con un attacco volante ferisce l'Imperatore che viene disarcionato. I due però non riescono ad affrontarsi perché Rufus interviene intimando ai suoi soldati di proteggere il comandante prima di allontanarlo dalla battaglia.

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Rufus sorregge l'Imperatore ferito allontanandolo dalla battaglia

Il gruppetto di soldati che scorta Craasso raggiunge la collina e Rufus ordina di chiamare il medico ma l'Imperatore si mostra frustrato per essere stato escluso dal combattimento contro il suo volere, allora il suo leale comandante insiste dicendo che è troppo rischioso perché se cadesse Spartacus si troverebbe in vantaggio. In quello stesso istante Spartacus raggiunge rabbioso la cima ed i soldati romani cercano di fermarlo senza riuscirci.

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Rufus dilaniato dal fendente di Spartacus

Tra Crasso ed il trace rimane proprio Rufus che cerca di proteggere il suo comandante fino alla fine ed attacca Spartacus con la lancia con tre affondi precisi ma che vengono puntualmente respinti dopodiché apre la sua difesa colpendolo incrociando le spade poi con un potente fendente spezza la lancia a metà e squarcia contemporaneamente il lato sinistro della sua faccia infine a terra lo finisce conficcando la spada nel suo corpo.

Contesto Storico[]

Quinto Marzio Rufo fu uno dei comandanti al servizio di Marco Licinio Crasso durante la Terza Guerra Servile. Membro di una delle più prestigiose famiglie romane, si distingue unicamente insieme a Lucio Pomptino dove sconfiggono una parte dell'esercito ribelle guidato da Gannico e Casto vicino al Monte Soprano chiamato anche Calamazio o Calamatro presso l'odierno territorio di Capaccio in Lucania. I due gladiatori fuggirono ma poco dopo vennero definitivamente annientati ed uccisi dalle truppe di Crasso e Lucio Quinzio nella battaglia di Cantenna dove si trova la città di Giungano.

Note[]

  • Roy Snow interprete di Rufus ha già lavorato in precedenza con i Produttori della serie in Xena - Principessa Guerriera e La Spada della Verità. Ha condiviso il cast con molti membri della serie, specialmente Michael Hurst, Andrew Laing e Anna Hutchison in Shortland Street, sempre con quest'ultima e Tania Nolan in Go Girls, Katherine Kennard in Orange Roughies, è presente nel film Waitangi: What Really Happened insieme a Stephen Lovatt, Craig Parker, Mark Mitchinson e Antonio Te Maioha, infine compare con Manu Bennett, Brooke Williams ed Aaron Jakubenko in The Shannara Chronicles.
  • Notizie future di Rufo dopo la battaglia sono sconosciute ma riportano lo stesso 71 a.C. come anno della sua morte.
  • Durante la Terza Guerra Servile, Rufo era coadiuvato da Mummio e Lucio Pomptino.
  • Quinto Marzio Rufo fa parte dell'antichissima Gens Marzia.
  • Molto probabilmente il grado di Rufus nella serie è quello del Tribuno Militare ed il suo simbolo è rappresentato da un leone impresso nella sua armatura.
  • Rufus è l'ultimo personaggio ucciso da Spartacus nell'intera serie.

Apparizioni[]

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