Spartacus Wiki
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Metello
Metmoy
Nome originale Metellus
Ultima apparizione La Vittoria
Relazioni Gneo Pompeo Magno (Alleato)
Marco Licinio Crasso (Alleato/Rivale)
Giulio Cesare (Alleato)
Spartacus (Nemico)
Stato Vivente
Attore Colin Moy
Doppiatore Massimo De Ambrosis

Metello è un Senatore di Roma, mandato a rappresentare il Senato per risolvere la rivolta di Spartacus. E' comparso esclusivamente in Spartacus: La Guerra dei Dannati.

Apparenza Fisica[]

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Metello con la sua armatura

Si presenta come un uomo di mezza età, gli occhi verdi ed il mento pronunciato, i suoi capelli sono corti, neri e spinti sul davanti nello stile tipico romano. Nella sua prima apparizione indossa una toga trabea con le strisce viola, ed a causa del suo rango è dotato di anelli, bracciali ed una medaglietta rotonda intorno al collo.

Sul campo di battaglia invece possiede la sua abituale armatura ornata di disegni che rappresentano vari animali stilizzati sia al centro che in un nuovo bracciale sul polso sinistro, in più si circonda le spalle con una pelle di coyote.

Personalità[]

Metello si mostra come una persona ligia al suo dovere e che non si fa influenzare dalle sue simpatie o antipatie personali pur di eseguire gli ordini pervenuti dal Senato. Nonostante non aprezzi Marco Crasso è pronto ad offrirgli laute ricompense per poter usufruire dei suoi soldi e del suo esercito ma nel contempo non si risparmia nel redarguirlo se i progressi non proseguono velocemente. Alla fine si schiera con Pompeo sia per vendetta nei confronti del suo malvisto alleato, sia per mantenere sempre una posizione da vincente.

La Guerra dei Dannati[]

Metello fa la sua prima apparizione fisica mentre si intrattiene con Cossinio e Furio che si stanno ripulendo dopo la fragorosa sconfitta subìta con i ribelli. Poco dopo i tre discutono sull'impossibilità di costituire un nuovo esercito da parte di Roma sia per mancanza di uomini che di denari a causa delle ulteriori campagne militari che i romani sono costretti ad affrontare altrove, allora Cossinio suggerisce il nome di qualcuno che potrebbe aiutarli e Metello risponde dicendo che era l'ultima soluzione che avrebbe voluto prendere in considerazione ma non avendo altra scelta parlerà con Crasso per avere il suo aiuto.

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Metello raggiunge Crasso per chiedere il suo aiuto

Ritornato a Roma si incontra con Crasso che si sta allenando e presenta le difficoltà dei suoi compagni contro Spartacus e chiede 10000 uomini però di sottostare al comando di Cossinio e Furio. Sorprendentemente Crasso accetta e Metello stupito dall'accaduto gli dice che si aspettava la richiesta di una posizione più rilevante come fu concessa a Pompeo ma Crasso risponde che lui i meriti e gli onori vuole guadagnarseli sul campo.

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Dopo la caduta di Cassinio e Furio, e la sconfitta di Tiberio sulla spiaggia di Sinuessa, Metello raggiunge l'accampamento romano di Crasso per lamentarsi della situazione, chiede a Crasso per quale motivo dopo aver ricevuto l'esercito dal Senato, la sua posizione è ancora ferma, oppure aver riesumato una punizione crudele come quella della Decimazione ed infine avverte il suo alleato che Pompeo ha ormai sconfitto Sertorius e potrebbe tornare e prendersi il merito della vittoria al posto suo. Crasso lo rassicura su tutti i punti dicendo che Cesare è infiltrato tra i ribelli e che per sconfiggere Spartacus la forza bruta dell'altro generale non serve, a quel punto il Senatore intuisce l'ammirazione che Crasso nutre nei confronti del capo nemico e ne rimane infastidito tanto che quando il generale lo invita a mandare un contingente dei suoi uomini sulle montagne per catturare Spartacus, Metello risponde sferzante che non vede il motivo di sprecare i suoi uomini se quelli di Crasso non sono capaci allora Crasso dice che se non vuole partecipare alla cattura di Spartacus gli suggerisce di tornare a Roma e lasciare la guerra a chi la sa fare.

Quando Laeta viene liberata dalla città in tumulto ed ingannata dalle parole di Spartacus, lei si dirige subito all'accampamento romano e Metello la porta al cospetto di Crasso per rivelargli delle preziose informazioni. Crasso allora continuando a schernire il compagno invita la donna a parlare e lei come preventivato dal trace rivela le cose che lui gli ha fatto credere, Metello d'istinto è pronto a lanciarsi all'attacco ma Crasso non sembra convinto infatti crede strano che sia rimasta viva, a quel punto la ragazza tenta di giustificarsi ma l'Imperatore non le crede e anzi la accusa di aver aiutato la persona che ha ucciso suo marito per salvarsi ma la donna sdegnata risponde di averlo fatto per salvare i cittadini rimasti e lo rifarebbe, in quel momento un messaggio viene recapitato a Crasso e Metello chiede il motivo per cui non vuole attaccare i ribelli, e il generale risponde che stava aspettando il momento propizio e adesso è arrivato.

Riconquistata la città di Sinuessa, Metello raggiunge Cesare, si congratula con lui per come si è infiltrato tra i ribelli con successo e si scusa per aver dubitato di lui in precedenza, a quel punto arriva l'Imperatore ed annuncia che celebrerà la conquista della città con la Carneficina e offre a Metello una posizione in prima fila oltre ad una delle ville più comode della città, il Senatore si dice sorpreso ma gradisce l'offerta nonostante tutto. Dopodiché appena allontanatosi i due lo offendono ma Crasso nonostante sia d'accordo con il compagno afferma che è la voce e le orecchie del Senato quindi è necessario soddisfare il suo volere per quando ritornato a Roma amplifichi i loro meriti nella vittoria.

Giunto il momento della Carneficina con l'esecuzione e la tortura dei ribelli nella piazza del mercato, Metello è seduto vicino a Crasso e si congratula con lui per la riconquista della città ma il compagno lo corregge dicendo che la città non esiste più perché non ci sono più cittadini, il Senatore allora chiede di Laeta, la moglie dell'Edile ma Crasso risponde che se ne è andata per sempre senza nessuna intenzione di tornare.

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Metello e Crasso si accordano per la spartizione di Sinuessa durante la Carneficina

Successivamente Metello chiede se allora rivendicherà la città per se e Crasso gli risponde affermativamente, il Senatore a quel punto lo avverte dicendo che al Senato non piaceranno le sue avide pretese ed il compagno risponde che se lui farà buon viso a cattivo gioco avranno insieme le spoglie di guerra condividendo con lui parte della città e Metello sembra apprezzare l'idea.

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Metello viene preso a pugni da Crasso dopo le sue continue provocazioni

Dopo che Spartacus e i ribelli riescono a superare la Melia, Metello raggiunge l'accampamento visibilmente irritato ed accusa Crasso di mandarlo a Roma per annunciare la disfatta di Spartacus sulla Melia per poi essere smentito, Crasso risponde subito che il suo tono è inaccettabile ma Metello risponde a tono che inaccettabili sono le sue tattiche dissennate messe in atto in una campagna disastrosa come quella, l'Imperatore cerca di tagliare corto riferendo che Spartacus sta allungando solo la sua agonia quindi gli suggerisce di tornare a Roma e riferire, Metello allora risponde che è un Senatore della Repubblica e non un emissario per esaltare le sue vittorie, Crasso afferma che farà tutto quello che è necessario, ricordandogli poi del patto stipulato tra loro, ma a quel punto Metello rifiuta sia la villa di Sinuessa sia la percentuale sulle imposte portuali specialmente perché associare adesso il proprio nome a quello di Crasso equivarrebbe ad un suicidio politico. Crasso incassa le offese ma Metello continua ad infierire dicendo che le sue ottimistiche parole sono ardite per un uomo la cui schiava più fidata scappa unendosi ai ribelli. Le parole nei confronti di Kore scatenano la rabbia di Crasso che lo colpisce con un pugno in faccia, Cesare cerca di intervenire ma Tiberio lo ferma dicendo di non interferire, Metello a terra reagisce dicendo che deve aver perso la ragione ed il Senato lo punirà per aver alzato le mani su un onorevole ma quest'ultimo non riesce a concludere la frase perché Crasso continua a colpirlo intimandogli di fare tutto quello che gli ordinerà poi dopo essersi fermato su invito di Cesare minaccia il Senatore dicendo di rientrare a Roma e se rivelerà quello che è successo o parlerà ancora male di lui userà tutte le sue fortune per far si che venga ammazzato come un cane.

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Metello al fianco di Pompeo

Questa umiliazione rimane nella mente di Metello che a guerra finita, sopraggiunge sul campo di battaglia in compagnia di Pompeo e per vendicarsi afferma di aver già informato Roma dell'avvenuta vittoria grazie al generale al suo fianco che ha represso i ribelli in fuga sulle montagne a settentrione, Cesare allora protesta ma Crasso non può far altro che commemorare la gloria del suo commilitone per una futura prolifica alleanza.

Contesto Storico[]

Quinto Cecilio Metello Pio fin da giovane fu vicino a Silla che aveva conosciuto combattendo in Numidia contro Giugurta. Nell'89 a.C. grazie ad alcune vittorie contro i Marsi venne eletto Pretore e l'anno seguente anche Propretore per aver combattuto contro i Sanniti di Mitridate. All'inizio della guerra civile Metello fuggì dal pericolo in Italia per dirigersi in Nord Africa e assoldare un contingente ed unirsi agli uomini di Lucio Cornelio Silla contro Cinna e Gaio Mario, in quel periodo fu raggiunto anche da Marco Licinio Crasso fino a quando non furono sconfitti e quest'ultimo cercò riparo in Grecia. Nell'83 a.C. Silla ed i suoi compagni tornarono in Italia e Metello fu posto al comando di un gruppo di soldati per proteggere il nord del paese e per fare questo venne coadiuvato di nuovo da Crasso e dai giovani Gneo Pompeo Magno e Marco Terenzio Varrone Lucullo, insieme attaccarono e sconfissero Gaio Carrina a Picenum, e dopo aver vinto contro il console Gneo Papirio Carbone ed il suo generale Gaio Norbano a Faventia pacificò per Silla l'intera Galla Cisalpina e per questo motivo fu eletto Pontifex Maximus. Da questo momento fu uno dei più fedeli comandanti di Silla tanto che quest'ultimo gli attribuì il soprannome "Pio" per essere sempre un figlio umile e ossequioso verso il padre. Nel 79 a.C. venne spedito in Hispania Ulteriore per contrastare il ribelle Quinto Sertorio ma inizialmente cercò di spingersi verso Tagus ma soffrì una sconfitta a Lacobriga, Metello allora fu costretto a chiedere aiuto a Lucio Manlio ma anche lui fu sconfitto da Legato di Sertorio, Lucio Irtuleio e fu costretto a ritirarsi. Le forze di Metello esauste cercarono riparo nella Penisola Iberica per poi riorganizzarsi con l'aiuto da parte di Roma con i soldati di Pompeo Magno, a quel punto Sertorio si concentrò contro quest'ultimo e gli inflisse numerose sconfitte fino alla battaglia del Laurone dove il generale ribelle non riuscì a contenere la spinta di Metello che riuscì a salvare la vita di Pompeo dopodiché insieme, uniti in un unico esercito, Crasso sconfisse i due subordinati Perperna ed Erennio presso Valenza mentre Metello vinse contro Irtuleio ad Italica. Nel 75 a.C. Metello corse di nuovo in soccorso a Pompeo nella quasi sconfitta sul fiume Sucro odierno Júcar e poi in un nulla di fatto nella battaglia di Sagunto. Metello Pio venne acclamato Imperator dai suoi uomini e passò l'inverno in Gallia aspettando rinforzi, dopo essere giunto l'anno nuovo riprese il combattimento e ritornò di nuovo in Spagna e conquistò le città di Bilbilis e Segorbe, prima di raggiungere Pompeo nell'assedio di Calahorra. Questo non fu portato a termine a causa del sopraggiungimento di Sertorio e Metello ritornò in Gallia ed offrì una ricompensa per chi era disposto a tradire il generale ribelle, poco tempo dopo nessuno riscosse il denaro ma Sertorio fu tradito lo stesso ed ucciso da un suo subalterno. Era il 71 a.C. e Metello insieme a Pompeo valicarono le Alpi e furono premiati con il Trionfo, negli ultimi anni fu eletto Proconsole in Sicilia al posto di Gaio Verre dopo che fu esiliato per i suoi reati di corruzione e morì verso il 64 a.C. a Roma proprio nell'anno in cui veniva sostituito come Pontifex Maximus da Giulio Cesare.

Note[]

  • Colin Moy interprete di Metello ha lavorato già con moltissimi attori e produttori della serie, innanzitutto era presente insieme a molti altri colleghi in Hercules, Xena - Principessa Guerriera e Cleopatra 2525, poi è apparso anche in La Spada della Verità e Ash vs. Evil Dead. Per quanto riguarda i film o lungometraggi ha collaborato con John Bach, Joshua Randall e Stephen Lovatt in Rest of the Wicked, è insieme a Joseph Naufahu, Jared Turner e Albert Heimuli in The Last Saint, si trova nel cast di The Kick con Aaron Jackson, Lovatt e Naufahu, con Glen Levy, Peter Feeney e Tania Nolan in Into the Rainbow, infine è nel film di Daniel Radcliffe dal titolo Guns Akimbo sempre con Jackson, Stephen Grey, Tim Foley e Graham Vincent. Invece per le serie televisive è insieme a Joel Tobeck, Will Hall, Andrew Laing, Mark Warren, Harry Stanbridge, Karlos Drinkwater e Katherine Kennard in Underbelly NZ: Land of the Long Green Cloud, ha preso parte a numerose puntate di I Misteri di Brokenwood con Pana Hema Taylor, Katherine Kennard, Mike Edward, Peter Feeney, Will Hall, Kelson Henderson e Mark Mitchinson infine ha impersonato Cassio nella serie-documentario L'Impero Romano con Craig Walsh Wrightson e Kelson Henderson, per ultimo ha dato la voce ad un personaggio di Spies and Lies sempre con Henderson, Mitchinson e Lovatt.
  • Nel contesto seguente Metello Pio non ha mai avuto il titolo di Senatore e non ha mai preso parte alla Terza Guerra Servile.
  • La toga trabea con le righe viola veniva indossata da persone d'élite che avevano ruoli specifici specialmente religiosi ed osservavano e interpretavano i significati dei segni naturali, probabilmente nella serie viene usata per differenziare la posizione di Metello rispetto agli altri Legati e Pretori che sono comparsi con la toga a strisce rosse. Anche la funzione di Senatore non prevedeva la sua presenza sul campo di battaglia e la pelle di coyote veniva indossata soltanto dal Signifer o Vessillifero sopra l'elmo per incutere timore nell'avversario.
  • La figura di Metello Pio è citata frequentemente nel libro Strategemata dello storico militare romano Sesto Giulio Frontino, nella serie storica SPQR di John Maddox Roberts e in quella dei romanzi dedicata a I Signori di Roma di Colleen McCullough.
  • Il personaggio di Metello richiama direttamente alla Gens Caecilia Metella, antica famiglia plebea, considerata una delle più importanti e ricche derivante dal ramo della Gens Caecilia. Il primo degno di nota fu Lucio Cecilio Metello che ricoprì la carica di Pontifex Maximus nel 247 a.C. poi Quinto Cecilio Metello Macedonico che si guadagnò questo ultimo soprannome dopo aver combattuto nella Quarta guerra macedonica nel 146 a.C. assicurandosi l'annessione della Macedonia come provincia romana, infine abbiamo Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica, figlio adottivo proprio di Metello Pio, fu console nel 52 a.C. e divenne suocero di Gneo Pompeo Magno, comandò l'esercito repubblicano nella battaglia di Tapso e fu ucciso in combattimento dalle legioni di Giulio Cesare. Per quanto riguarda la linea femminile, la più importante è sicuramente Cecilia Metella Dalmatica, seconda moglie di Lucio Cornelio Silla, ricordata maggiormente per il grandioso mausoleo a lei dedicato a sopravvissuto a noi ancora oggi sull'Appia Antica nel centro di Roma.

Apparizioni[]

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